"Rosei Scorci" di Sergio Saracchini / San Gimignano Agosto 2019 |
Ispirazione
Diceva Quinto Orazio Flacco
carpe diem nella vita
precaria
attanagliata da angosce interiori
e mi lascio divorare dallo sguardo
di quell'occhio miope ma attento
di quell'orecchio sordo ma fine
dove trovare luna di falce
che miete il grano di luglio
e l’arcobaleno che scocca la freccia
dopo la tempesta nel centro
del sole bersaglio di luce.
Semplici azioni di una stagione
tra note di cicale e grilli
non sono morte ma vivono
in un coro composto che canta
nevicata in un respiro d’inverno
e lo sbadiglio sbocciato da fiori
in un giardino di parole su labbra.
Carpe diem per non
essere mai stanco
nel far cantare le dita delle mani
o invitare ad un ballo la matita
sulla pista di un foglio di carta
per ferirsi e morire di una emorragia
di sogni e sentimenti dall'anima
per poi giacere esanime
passando di mano in mano
di bocca in bocca in questa
onoranza funebre affidata
ad un libro con pagine di vento.
Sergio Saracchini
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