Rabbia
Aggredisco il tuo nome
investendolo
con l’onda della rabbia.
Parole
imbevute con il curaro
dalla mia corteccia d’odio
scaglio su di te.
Esplosione d’ira
e cammini
su strade d'incomprensioni
disseminate di cocci
di una bottiglia di veleno
d’annata.
In questa stanza
vuota di noi
colma
di battiti irregolari
e del ribollire del sangue.
Nel silenzio avvelenato
tra lacrime amare
ci odiamo
perché l’uno è giusto
quanto l’altro è sbagliato
quale arbitro lo può dire?
Nell'aria
di noi due
soltanto frantumi.
Sergio Saracchini - 30/12/2015
Sergio Saracchini - 30/12/2015