Tutto
iniziò dal canto del gallo
L’ascolto ancora il canto del gallo
che risveglia quel giorno lontano
dove il recinto tratteneva gli anni
e non avevano sapore di tramonto.
Vorrei indossare pantaloncini
che sanno di resina e dove incollate
ci sono macchie di fragile ingenuità
intrise dal profumo del talco
lasciato dalla curva saggezza
dai capelli bianchi e mani giunte
in una preghiera rivolta alla fiammella
che riscalda il cuore di una casa solitaria.
Sono cose che rimangono tatuate
con i brividi di una emozione
d’essere figlio e quindi padre
con lo stesso sangue ancora vivo
in altri corpi che avranno bocche
per raccontare quelle voci di un tempo.
Sergio Saracchini
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