venerdì 30 agosto 2024

SMARRITO

SMARRITO

La sabbia rovente, la gente abbrustolita e condita con olii solari a base di spezie e aglio, bar gremiti di nubi tossiche di nicotina in fila per ordinare beveroni supermegaturbovitaminici a base di succo di  colorante alcolico vegano, e poi cellulari, tanti cellulari. Cellulari che chiedono un po’ di ombra sotto gli ombrelloni, che supplicano d’essere riposti in una borsa frigo, che vorrebbero, paradossalmente, essere spalmati di protezione 50+ per non surriscaldarsi e bruciarsi, che sperano di arrivare all’1% di carica per poi riposare in pace nel buio di un marsupio o di una borsa da spiaggia. Invece no! Pronti, sempre pronti e carichi per essere rintracciati, rintracciare e/o farsi geolocalizzare. Rimane qualche rarissimo annuncio di un bimbo o una bimba che si sono smarriti. Ed io, col mio cellulare totalmente scarico, in preda ad un senso di placido e dolce smarrimento nei miei pensieri e ricordi di un mare di più di cinquanta anni orsono. Poi, un annuncio, un risveglio, un ritorno alla realtà: Attenzione prego: un uomo di anni 62, barba e capelli bianchi, bermuda blu con disegni di Calimero , maglietta con scritta Rimini, una medaglietta al collo con scritto Bagno Marittimo Ceci Estate 1966, risponde al nome di Sergio, si è smarrito e non vuole tornare.

Sergio Saracchini


giovedì 29 agosto 2024

Muro di pietre

 Muro di pietre


Sul muro di pietre

la pigra lumaca

lasciando lentezza

in effimera bava

di casa schiacciata

da piede maldestro.


Lucertola scappa

nel vano evitare

il sasso di fionda

scagliato dal bimbo

nel gioco di guerra

che lo vede soldato.


La lenta lumaca

e lucertola lesta

riposano insieme

tra pezzi di muro

brandelli di carne

divenuti soldati

da un gioco di fionda.


-Sergio Saracchini-

giovedì 22 agosto 2024

In questo confondersi

 

In questo confondersi

 

L’affacciarsi ai bordi dei miei fiori

fa respirare l’autenticità della parola

che corre senza paura

sul filo logico di un discorso.

 

Noto la loro terra secca

per l’aridità che si è impregnata

in un momento di distrazione

per pochi istanti di confusione.

 

Il bicchiere è ancora colmo

di quanto ha versato la caraffa

riempita dai miei graditi commensali

e che giace sul battito imbandito.

 

Ora che siamo nell’ebbrezza

per il confondersi del nostro humus

lasciamoci sbocciare

per soffocare la dilagante gramigna. 

 

Sergio Saracchini