10 Agosto
La notte di San Lorenzo
Ogni giorno, durante il mio tragitto a piedi da casa a lavoro, un uomo anziano, fuori dalla sua abitazione e apparentemente in attesa di qualcuno, mi saluta. Anche in autunno e in inverno, quando clima e temperature non sono particolarmente avverse, lui è lì, dentro a un giaccone imbottito con un cappello di lana calato fino agli occhi. Persino durante quelle giornate dove una pioggerellina leggera rende l’atmosfera opaca e poco invitante ad uscire, l’uomo, con un vecchio ombrello mezzo rotto, mi attende. Un sorriso aperto con un paio d’occhi ancora vispi mi trasportano in uno stato di benessere. Sorriso, occhi e un leggero movimento del capo in avanti sono il suo: “Buongiorno Signore”. Non ho mai sentito la sua voce e non conosco nulla di lui, neppure il nome. So solo che quel saluto mattutino è diventato un appuntamento fisso, un aprire la giornata sotto una buona luce. Non è una novità, in altre circostanze ho avuto il piacere di imbattermi in persone che, con modo solare, mi rivolgevano il saluto in maniera spontanea e senza avere mai avuto occasione di conoscermi.
Il contraccambiare, però, è sempre cosa gioiosa, fa provare una sensazione di “presenza” su questa terra. Dopo un periodo di ferie e ripreso servizio con il mio abituale spostamento a piedi, mi accorsi che l’uomo non era presente fuori dalla sua abitazione, le giornate erano calde e le ore del mattino invitavano a farsi accarezzare dal sole. Starà poco bene o è andato via momentaneamente o forse avrà trovato alloggio presso una struttura per anziani, vista l’età, pensai. Lo rividi, era sereno, aveva quel sorriso di sempre, i suoi occhi esprimevano gioia. In quella circostanza ebbi modo di conoscere il suo nome. Buongiorno Sig. Pino, gli dissi. Il suo saluto, muto, rimase aggrappato tra le lettere del suo nome, i petali di un fiore, la fiamma di un lumino e una preghiera che gli dedicai. Una piccola lacrima rigava il mio volto ma, i nostri sorrisi si incrociarono dissolvendola. Era il 10 agosto e in quella notte una nuova stella brillava nel cielo. Non sarebbe stata mai una stella cadente, ma una stella a cui rivolgere, ogni notte, un saluto.
Sergio Saracchini